martedì 13 dicembre 2011

La vera storia del Magico Frigo degli Amici (parte 1)

Disporre di un frigorifero o di un pozzetto in cui far maturare la birra e conservarla per i periodi futuri è una fra le più grandi aspirazioni di un mastro birraio. Anche gli Amici, dopo aver capito che i 40° del garage del Dildo non erano propriamente adatti alla conservazione della bevanda, decisero che era giunto il loro momento.
Si informarono su Portaportese, il giornale, per chi non fosse di Roma, degli annunci da mercatino. In effetti, le offerte non mancavano. Chi voleva liberarsi di un vecchio frigorifero era disposto a farlo anche per cifre modeste, attorno ai 30-40 euro.
Qualcuno però sembrava essere più lesto di tutti e quattro gli Amici messi insieme, cosicchè i pezzi risultavano sempre già venduti. 

Ma Dio, si sa, chiude una porta per aprire un portone. Ed ecco Dio, materializzarsi di fronte al pub dove Dildo ha lavorato per qualche anno. Lo trovò lì, bello come il sole, slanciato, luccicante sotto il lampione a fluorescenza. Lo trovò... sì... diciamo... in mezzo alla MUNNEZZ'! Un'occasione da non perdere...


Dildo non ci pensa due volte. Afferra il cellulare e chiama gli Amici.

"Ragazzi, abbiamo risolto i nostri problemi!"

Il locale di fronte, in fase di ristrutturazione, si era per qualche strano motivo liberato di questo vecchio frigo arrugginito.
Alessietto ed il Secco giungono poco dopo. Esaminano l'oggetto, lo liberano dalla zozzeria che vi era ammonticchiata sopra e lo caricano sull'auto. Come da accordi, lo scaricano davanti al Birrificio degli Amici (alias il garage di Dildo). Tutt'attorno, seminano poi la monnezza che il frigo conteneva, sperando, chissà, che da un vecchio calzino potesse nascere un albero di pedalini.
La mattina dopo, armato di scopa per spazzare la monnezza seminata dai suoi Amici, Dildo potè dedicarsi alla cura del nuovo arrivato. Quelli sì che erano bei tempi, quando ancora ci si poteva permettere un cazzeggio prolungato ed infruttuoso...!

Dildo liberò pazientemente il Magico Frigo dal suo immondo contenuto, che per decenza preferiamo non descrivere. Lo pulì, disinfettò, ripristinò la spina dell'alimentazione che qualcuno aveva tranciato di netto. Stava già per ripitturarlo quando gli venne uno scrupolo. Provarlo.

Attaccò la presa e la luce interna si illuminò come per magia. Poi, più nulla. Nè un suono, nè un ronzio. Neanche un leggero alito fresco uscì mai da quel diabolico trabiccolo. Fu così che venne adibito a contenitore per vetro-mattoni.

1 commento:

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