domenica 30 ottobre 2011

Mi girano le pale: ovvero come motorizzare un Mash-Tun

Motorino da tergicristalli
Per chi fosse già passato alla produzione di birra con tecnica all-grain, dovrebbe essere abbastanza chiaro che mescolare l'impasto del mosto non è proprio come mescolare un minestrone. A seconda della ricetta, potreste ritrovarvi a rimestare per più di un'ora una decina di chili di grano macinato immersi in decine di litri d'acqua.

Se non possedete dei bicipiti alla Schwarzy, potreste incontrare qualche difficoltà. Senza contare che, tenere costantemente aperto il coperchio della pentola, comporta una maggiore evaporazione ed una significativa dispersione di calore, con un inevitabile rallentamento complessivo del lavoro.

Le pale

Nè si può d'altronde rinunciare a mescolare l'impasto, operazione indispensabile a garantire una temperatura omogenea ed una migliore estrazione di amidi dal malto. Gli homebrewers si sono dunque ingegnati per trovare una soluzione.

La più popolare tra i birrai casalingi è sicuramente l'uso di un motorino da tergicristalli, dotato di ottima resistenza e capace di lavorare senza problemi per prolungati periodi di tempo.

Anche noi, per il nosto sistema di mescolamento, ne abbiamo acquistato uno. Camion o auto non fa differenza. Presso un qualsiasi sfascio potrete trovarne uno ad un prezzo accessibile. Per il nostro abbiamo speso 20 euro.

Il raccordo

Il motore deve poi essere collegato con un sistema di pale, preferibilmente in acciaio inossidabile (ma anche in alluminio). Nel nostro caso, ci siamo rivolti al nostro amico fabbro, che ha saldato su di una barra filettata delle piastre in acciaio della larghezza di circa 7 cm.

L'albero che ne è derivato, è stato dunque allacciato al motore tramite un piccolo raccordo. 
Per fissare il motore alla pentola, abbiamo fatto praticare tre fori in cui inserire delle viti ed un terzo in cui far passare il raccordo. Senza bisogno di alcun fabbro, potete praticare in autonomia i fori utilizzando un trapano ed una adeguata punta per metallo.

Il coperchio forato
Una volta realizzate le pale e innestatele al motore, dovrete pensare all'alimentazione. Vi occorrerà un trasformatore con un buon amperaggio, almeno 5A, per evitare che lo stesso si fonda, come è accaduto inizialmente a noi. Se, come gli Amici, pensate che i soldi non crescano sugli alberi, recatevi presso la più vicina discarica o isola ecologica o spargete la voce fra i conoscenti: quello che vi serve è un alimentatore da Pc.

Grazie alla cortesia degli operatori dell'isola ecologica di Ponte Mammolo, siamo riusciti a raccattare un paio di vecchi alimentatori, di cui il più potente da 12 v e 10A
Costruite un ponte per permettere l'accensione dell'alimentatore (vedi qui) e operate i dovuti collegamenti con il motorino. Se tutto andrà bene dovrebbero iniziare a...girarvi le pale!

L'alimentatore
Ecco infine alcuni consigli ricavati dalla nostra personale esperienza:
- le pale devono essere inclinate, in modo che lavorino portando verso l'alto l'impasto, evitando quindi che la parte bassa della pentola registri temperature più alte della media;
- saldare le pale alla barra filettata garantisce maggiore solidità ma minore flessibilità. Questo è verissimo per chi ha intenzione di variare le quantità delle cotte; per cotte con minore quantità, le pale superiori potrebbero rimanere fuori dall'impasto e girare a vuoto.

Per ovviare a questi inconvenienti, abbiamo progettato, per ora solo sulla carta, un nuovo sistema di mescolamento: si acquistano delle comuni schiummarole da cucina, circa sei, si taglia e si fora il manico, lo si inserisce nella barra filettatta e lo si blocca con dado e controdado. In questo modo sarà possibile di volta in volta regolare l'altezza delle nostre pale. Molto più rusticamente, pieghiamo poi il braccio della schiummarola per imprimergli l'inclinazione migliore.

Anche in questo caso, non c'è una soluzione buona ed una cattiva. Tutto dipende dai mezzi a disposizione e dalle esigenze dell'homebrewer. La nostra è solo una delle tante soluzioni possibili, che vi proponiamo esclusivamente come spunto creativo. Chi volesse può, in alternativa, acquistare un mescolatore per polenta (vedi qui) riadattandolo successivamente allo scopo.

Qui di seguito, invece, riportiamo le diverse creazioni di altri homebrewer:

Esempio1        My Sobry     HBsardi    Doc beer   Simona&Roberto

Per qualisasi ulteriore informazione o per inviarci le foto dei vostri impianti scriveteci a birradegliamici@gmail.com! Buon lavoro e speriamo di avervi ispirato!

sabato 8 ottobre 2011

GREGORY'S INN


Largo Lanciani, 6 - Roma 

Ci piace: l'offerta di birre in bottiglia
Non ci piace: i prezzi
Da provare: Kwak

Da qualche giorno Roma è spazzata da un vento gelido che taglia la gola ed il Secco ne è rimasto tristemente vittima. Come in ambulanza, gemendo sul sedile posteriore dell'auto, lo trasportiamo di corsa al più vicino locale per una dose massiccia e salutare di birra. C'è un localino appena di fronte a Ponte Lanciani ed alla tangenziale est di Roma gestito da una vera autentica birrofila: il Gregory's Inn. Imbocchiamo.

L'ambiente è stretto e lo spazio scarseggia. Per fortuna rimediamo facilmente un tavolo, anche se instabile ed un po' scomodo, dato che la maggior parte dei clienti ha preferito sedersi all'esterno. Siamo freddolosi, è vero, e ci è anche passata la voglia delle grandi sbevazzate di birra ghiacciata. Via quindi weiss, lager, blanche e saison e spazio alle "birre da riflessione".

Mentre sfogliamo il menu, come vuole la tradizione del Gregory's ci viene servito un piccolo assaggio di chips. Niente di che ma pur sempre una gradevole attenzione al cliente. Per l'occasione troviamo le seguenti birre alla spina: Trappes Blonde, Trappes Double, Bush Ambré, Oyster, Kwak e Chimet. Sono, comunque, frequentemente ruotate, ragion per cui non aspettatevi di ritrovare sempre le stesse. Ampia la disponibilità di birre in bottiglia, per la quale la consulenza della titolare potrebbe risultare assai preziosa.

Pensate che una volta Alessietto fu in grado di tenerla occupata per una buona mezz'ora nella ricerca di una fantomatica "birra scura". Ogni cinque minuti circa, la vedevamo rispuntare dal bancone con una bottiglia in mano: "è questa?"  Ovviamente no.
"Ti ricordi che sapore aveva?", e lui: "mi ricordo che era Settembre..." 
Santa donna, che pazienza! Quella mitica birra, un po' dolce un po' salata, non fu mai ritrovata.
Ma torniamo alle birre realmente esistenti. Il Secco ha optato per una Trappes Blonde, Dildo per una Kwak e Alessietto, esagerando come al solito, per l'aperitivo birraio, un mix di quattro diversi assaggi di birra. Ogni birra è servita nel proprio bicchiere con un perfetto cappello di schiuma. La Kwak è ad alta gradazione, sentore caramellato con un finale amarognolo. Alessietto sorseggia il suo mix con soddisfazione, ma il Secco ha un problema. E' contrariato e storce il naso schifato: la sua birra è inacidita. Ferma il cameriere e se ne fa portare un'altra, una Trappes Double. Mea culpa dello staff, conto con lo sconto ed incidente risolto.

Può capitare che un fusto mal conservato o che una spina scarsamente pulita compromettano il gusto della birra. Il nostro consiglio è di non esitare mai, in caso di dubbio, a chiedere spiegazioni al bancone. Potrebbe evitarvi un'inutile sofferenza di fronte al vostro boccale e garantirvi... una birra aggratise!

Siamo soddisfatti della serata. Il servizio, nonostante l'incidente, è stato buono. I prezzi, invece, ci son rimasti sullo stomaco: al Gregory's si arriva ad 8 euro per una birra media.

Pagella
Birra: 2,5/3,5
Servizio: 2/3
Cucina: 1/1,5
Ambiente: 1/2
TOTALE: 6,5

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